Ricordo ancora Bernard, il Francese incontrato sull’isola di Pasqua, che mi parló per la prima volta del Camino di Santiago di Compostela. Mi é sempre piaciuto il trekking e camminare in generale, per cui ho ascoltato tutto e l’ho messo lí, nella mia lunga lista di “to do” che custodisco gelosamente nel computer. Rimandato per anni é stato per me una di quelle cose che ti riproponi ogni anno e che forse troppo facilmente, rimandi per via di altre prioritá.
Il cammino di Santiago di Compostela é diventato molto popolare solo negli ultimi anni, ma in realtà c’è chi lo camminava già prima di Cristo. É certa sola la destinazione, Santiago di compostela, mentre puoi partire da dove vuoi/puoi tu. C’è chi cammina gli ultimi 100Km, il minimo per ottenere il certificato della Compostela, o chi, pochissimi a dire il vero, partono da distanze siderali come ad esempio Mosca o anche più’ in la. Mi hanno regalato il libro di Paolo Coelho “Il pellegrino di Santiago” autobiografico dove Paolo segue un maestro della pratica RAM per trovare la sua spada e diventare a sua volta un maestro. Nel libro si parte da San Jean pied-du-port sui Pirenei, per cui decido anch’io di percorrere quello che é chiamato “el camino Frances”.
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Prefazione
É l’Agosto del 2009, sono a Copenhagen per una breve visita. Passeggio distrattamente per Cristiania, una comunità libertina fondata nei primi ’70, proprio nel cuore della città. Se esiste “Little Italy”, questa é una “Little Amsterdam”, mi dico. Qui, droghe leggere sono tollerate se consumate al ritmo di Bob Marley. Siedo a uno dei numerosi bar sorseggiando una birra, giro la testa con movimento da faro nella notte, quando scorgo una faccia familiare, dove l‘ho già visto questo? Capelli rasta, fuma da solo appoggiato al palo della pergola. Ma si dai… in India!! Mi avvicino, ci salutiamo entrambi increduli della coincidenza, si chiama Jonas ed é Danese.
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Madeira, isola Portoghese situata nell’atlantinco poco sopra le Canarie, misura non piú di 40×15 Km. L’aeroporto é stato incavato sacrificando un significativo lembo di roccia a cui si aggiunge una estensione al di sopra dell’autostrada. Praticamente uno spettacolare ponte in sospeso! Appena atterro guardo il mare, non limpidissimo, anzi, grigi cosí come il cielo. Guardo meglio, vedo meno. É proprio cosí, non c’é confine tra cielo e mare (almeno oggi).
Chissá cosa deve aver pensato Colombo, facendo l’ultima tappa proprio qui, prima di partire verso lo sconosciuto in cerca di terre promesse. Chissá se anche lui abbia visto il cielo ed il mare uniti in connubio, chissá se ci abbia ripensato giusto un’ultima volta… Seppure l’isola misuri solo una manciata di kilometri, ce ne vogliono invece molti per attraversarla lungo le strade sinuose che si arrampicano e discendono a cadenza irregolari dalla costa alla montagna e viceversa. Tutta l’isola é di origine vulcanica e lo si puó facilmente intuire dal colore della roccia. Dal picco piú alto di 1800mt si apprezza una vista mozzafiato, dove solo pochi Km di costa restano nascosti.
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Conclusioni
Intraprendendo un viaggio del genere, bisogna tenere in considerazione i cambiamenti, che poco a poco, influenzano il viaggiatore stesso durante tutto il tragitto.
Il primo mese é da turista, nel peggiore dei termini, dove tutto é un problema ed il ricordo di casa é ancora forte. Dal secondo mese in poi, le cose cambiano piuttosto velocemente e ci si integra con la cultura locale, non ci si arrabbia piú per informazioni sbagliate ricevute in strada o per la pessima qualitá del cibo. Poco a poco, cosí, ci si ritrova a dormire anche 4 notti a settimana in autobus durante trasferimenti notturni. Il treno, nelle zone da me visitate, non é decisamente un mezzo di trasporto comune, questo giustifica la fitta rete di collegamenti in pullman tra localitá piú o meno note. La qualita’ di questi varia molto e partiamo da camion adattati ad autobus, illegali ma presenti, fino al super autobus con 3 sedili per fila, televisioni e DVD per intrattenere i passeggeri. I film proiettati sono al 90% di Kung fu, un vero e proprio boom laggiú. Questo mi riporta anche alla mente un episodio divertente, dove, bevendo un succo di frutta in un mercato di Trujillo, un tizio mi ha avvicinato chiedendomi da dove venissi. Ovviamente ho risposto Venezia invece di Corno di Rosazzo. Allora quest’uomo, illuminato in viso, ha spalancato gli occhi e mi dice: la conosco! Era in un film di Bruce Lee!
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La Bolivia
Bolivia la mia preferita. E’ il posto piú economico del Sudamerica, dove una notte in albergo puó costare anche solo 1 dollaro americano, una cena in un ristorante di lusso un massimo di $5 e un viaggio in autobus letto per 15 ore dai $6 agli $8.
Confrontata con altri paesi, la Bolivia non offre lo stesso numero di attrattive, ma la qualitá delle stesse é decisamente superiore alla norma. L’attivitá principale si svolge nei mercati dove chiunque é venditore di qualcosa. Pur con prezzi minimali, la qualitá é degna di nota, come ad esempio le giacche in pelle di LaPaz vendute a solo 40 dollari, o qualsiasi altro prodotto artigianale.
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